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Vogliono il green ma “pelano” le strade.

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di Adolfo Leoni

fermo@vivere.it


Improvvisa, è esplosa l'estate. E dopo tanta pioggia è arrivata anche tanta afa. Capita di arrostire all'esterno di una scuola e di gelare all'interno di un ufficio pubblico. Per strada, è difficile incontrare auto con i finestrini aperti. L'aria condizionata la fa da padrona. Fermarsi in un autogrill d'autostrada è rischiare l'insolazione: obbligo allora è quello di entrare nell'edificio, essere risucchiati dalle merci esposte lungo abili corridoi, acquistare, pagare e tornare nel caldo africano. Il tema ci è caro. È il tema del verde, dei viali, degli alberi.

Si fa gran parlare di green, di difesa dell'ambiente, tra l'altro paradossalmente mentre si arma l'Ucraina di armi micidiali e poco nulla si compie per fermare l'invasore russo che di bombe ne sgancia a bizzeffe.

Se non fosse tragica, la situazione risulterebbe non certo seria.

Dai palazzi ben refrigerati belgi e francesi di un'Europa che non c'è, si auspica l'auto elettrica, la casa green, la pannellatura solare onnipresente e le margheritine lungo le strade. Tutto ottimo, tutto bene.

Solo che qualche passo avanti lo si potrebbe compiere facendo molto poco che risulterebbe però molto tanto.

Esempi? Alberi alberi e ancora alberi.

Dove? Dinanzi agli istituti scolastici. Ne abbiamo in mente diversi che sembrano la fortezza Bastiani del Deserto dei tartari.

O davanti alle sedi istituzionali dove oggi si troverebbe molto a suo agio Lawrence d'Arabia.

Oppure nelle piazze di recente costruzione, forse pensate più per la tintarella che per il passeggio o il gioco dei bambini.

O, ancora, lungo le nostre strade. Percorrete quella che da Fermo porta a Grottazzolina, sponda destra del Tenna: vi sfidiamo a trovare una pianta ai bordi; non va meglio l'altta sponda; ovvero quella che da Piediripa sale a Macerata; o la super strada per Tolentino o quella per Porto San Giorgio. Di verde alberato non c'è traccia.

Conosciamo già le obiezioni: gli alberi ai lati delle strade sono pericolosi per gli automobilisti. Ma se andiamo dietro a questa confutazione dovremmo abbattere tutte le case prospicienti l'asfalto, tutti i muretti delle autostrade, tutti i guard rail, tutti i segnali stradali compresi i semafori.

Torniamo al verde delle piante, invece, alla loro ombra e protezione.

Potrebbero ossigenarci prima di tutto il cervello.






adolfo leoni




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