x

SEI IN > VIVERE FERMO > CRONACA

articolo
Fermo: a Loredana Tomassini

2' di lettura
1786

di Adolfo Leoni

fermo@vivere.it


Oggi alle 15, chiesa di San Domenico a Fermo, il funerale

Loredana se n'è andata rapidamente. In sordina. Vorrei ricordarla come l'ho impressa in mente
Anno 1990: don Luigi Traini mi presenta questa signora dai capelli rossi, bella, vivace, intelligente. Quello che ci voleva per il settimanale La Voce delle Marche che tiravo avanti da qualche anno.
Arguta, capace di estrema sintesi, penna pungolante. Fu una grande esperienza. Ricordo che una volta prese di mira un presidente di un ente istituzionale. Scavò a fondo, scoprì che prima di deliberare si consultava con sensitivi e indovini. Trattò la cosa con estrema ironia ma anche simpatia.
Era la verità. Nessuno la smentì. Poi, passò con me al giornale radio di Radio Fermo Uno. Conduceva anche un Tg per conto di una emittente televisiva che rientrava nelle collaborazioni di Medi@Comunicazioni.
Era capace. E non solo di scrivere. Era capace di recitare, di fare regia, di insegnare teatro nelle scuole, di suonare la chitarra e cantare.
Ed era capace ancora di sognare nonostante parecchie batoste avute dalla vita.
Una volta mi invitò ad una sua festa. Abitava in campagna. Andai. la casa era gremita di persone. Cantavano Bandiera rossa. Io non ero di quella parte. Ma li ascoltai volentieri. Era un mondo che guardava alla gioventù passata. Nostalgia canaglia.
Poi, ci siamo persi un po' di vista. Occasionalmente ci incontravamo in piazza del Popolo.
Allora, riaffiorava tutto: gli sfottò che mi faceva per la mia appartenenza ad un gruppo cattolico (cui tra l'altro era appartenuta per un certo tempo anche lei, da ragazza), le critiche per il mio scrivere sincopato; la mia tendenza a recuperare brani di storia trasportandoli al presente; etc. etc.
Una settimana fa mi ha telefonato, dicendomi: "Volevo sentire una voce amica... Ti ricordi quanto ero bella?".
Siamo rimasti dieci minuti al telefono. Mi ha detto dove si trovava. Mi ha fatto capire la sofferenza senza indulgere. Donna forte, anche alla fine. Le avevo promesso una visita a breve. Sono andato: dormiva, non era il caso di svegliarla. Ho lasciato all'infermiere un mio libro come dono. Sono tornato due giorni dopo: la porta dell'ex ospedale era chiusa. Ieri ho saputo. Mi è rimasto un peso sullo stomaco.
Ho voluto rimediare iersera a Porto San Giorgio, nella chiesa del Rosario, dedicando a lei il mio Mater Domini, ora che è nell'abbraccio di Maria.




adolfo leoni




qrcode