Fermo: il Cyrano di Cirillo in scena al Teatro dell’Aquila tra lustrini, paillettes e colori scintillanti

4' di lettura 30/11/2022 - Sabato 26 e domenica 27 novembre, il Teatro dell’Aquila ha ospitato il “Cyrano de Bergerac” di Arturo Cirillo, adattamento visionario del classico di Rostand al confine tra musical, fiaba e cabaret.

Amanti del teatro classico e “puristi” saranno di certo rimasti sorpresi nell’assistere al “Cyrano de Bergerac” andato in scena sabato 26 e domenica 27 novembre al Teatro dell’Aquila, secondo appuntamento di prosa della stagione. Chi si aspettava, infatti, la canonica rappresentazione dell’opera di Rostand, si è trovato ad assistere a uno spettacolo totalmente diverso. Uno show-cabaret con i tratti del musical e del teatro canzone, protagonisti dagli abiti scintillanti ricoperti di paillettes, lustrini e piume, e una scenografia semplice ma spettacolare, ispirata al cinema e impreziosita da giochi di luci e ombre. Il Cyrano de Bergerac nell’allestimento firmato da Arturo Cirillo è di certo lontano dai canoni della consuetudine, ma resta tuttavia fedele all’opera originale, senza snaturare la vicenda narrata da Rostand e i suoi temi cardine: l’amore, il contrasto tra finzione e realtà, tra anima e corpo, e poi il dolore, l’amicizia, la poesia.

Cyrano, interpretato dallo stesso Cirillo, apre l’opera in abiti da cabaret, giacca scintillante di paillettes e l’immancabile naso, simbolo dell’intera pièce. Un naso enorme, che condanna il poeta spadaccino Cyrano a essere brutto e, quindi, non ricambiato nell’amore verso sua cugina Rossana, bellissima fanciulla di cui egli è follemente innamorato ma che, a sua volta, ama Cristiano, giovane cadetto dall’aspetto magnifico ma privo dell’animo letterario che contraddistingue Cyrano. Rossana, interpretata da Valentina Picello, appare nelle insolite vesti di una fata turchina, in un abito azzurro sgargiante e lunghi capelli blu; si tratta di un chiaro omaggio che Cirillo fa a Collodi e che ricorre in varie occasioni nel corso dello spettacolo, ad esempio quando il naso di Cyrano pare allungarsi quando il protagonista dice delle bugie, proprio come in Pinocchio. Cristiano, in smoking e paillettes come gli altri uomini in scena, è interpretato da Giacomo Vigentini in modo naturale e spontaneo che fa emergere la sincerità del personaggio, il suo essere consapevole di essere di bell’aspetto ma senza le doti poetiche di Cyrano. Musica e scenografia hanno un ruolo fondamentale nell’opera messa in scena da Cirillo. “Andare con il ricordo ad un musical da me visto da ragazzino a Napoli, nell’ancora esistente Teatro Politeama, è stato il primo moto di questo nostro nuovo spettacolo”, aveva dichiarato Cirillo; e l’influenza del musical è infatti ben evidente in questa rappresentazione, in cui brani inediti e altri più noti (spicca fra tutti un brano di Edith Piaf) fanno da supporto ai dialoghi per “far ancora di più smuovere i cuori”, come aveva dichiarato il regista. Nel complesso, gli intermezzi cantati rendono la pièce più simile a un teatro canzone che a un musical, dando vita forse a un mix indefinito di generi che riesce tuttavia, come auspicato dal regista, a coinvolgere ed emozionare il pubblico. Merita una menzione anche la scenografia, essenziale ma d’impatto: un secondo sipario cilindrico, al centro del palco, scende dall’alto a delimitare un secondo palco, mobile, che ruotando su se stesso crea l’effetto di una giostra su cui gli attori si muovono. Il sipario cilindrico si alza e si abbassa nel corso della rappresentazione, accompagnando la comparsa (o scomparsa) dei personaggi. Il resto delle scene è allestito con sagome e cartonati che sono gli attori stessi a spostare al bisogno. Essenziali, per la riuscita dell’effetto scenografico, il sapiente uso delle luci, in grado di generare suggestivi effetti di luce/ombra esaltati dagli scintillanti abiti di paillettes dei protagonisti.

Il Teatro dell’Aquila si è dimostrato apprezzare questo adattamento del Cyrano firmato da Cirillo, e nelle due repliche è stato registrato praticamente il tutto esaurito. L’opera è una produzione MARCHE TEATRO, Teatro di Napoli, Teatro Nazionale di Genova, ERT. Il prossimo appuntamento per il teatro fermano è domenica 4 dicembre, con “Lo schiaccianoci“ del Balletto di Milano, mentre con la prosa si prosegue il 21 e 22 dicembre con “La dolce ala della giovinezza”, interpretato da Elena Sofia Ricci.

[foto di scena per gentile concessione AMAT]








Questo è un articolo pubblicato il 30-11-2022 alle 18:07 sul giornale del 01 dicembre 2022 - 306 letture

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