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A sei anni dal sisma: il 24 agosto 2016 la prima scossa. E le Chiese? Ancora inagibili

4' di lettura 24/08/2022 - 2190 giorni dopo, le Marche faticano ad uscire dalla morsa post-sisma. Ricostruzione farraginosa e pochi passi avanti. Riguardo alle abitazioni qualche spiraglio di speranza in più. Per le Chiese ancora tutto in alto mare. Nel Fermano, per gli edifici religiosi, solo 51 interventi finanziati. In generale, nelle Marche stanziati oltre 570 milioni di euro, ma troppe Chiese ancora inagibili. Tutt’oggi, diversi Comuni senza luogo di culto. Guardare Smerillo e Montefalcone per credere.

6 anni dopo, il ricordo di quella tragica notte è ancora vivo nella mente di noi marchigiani. Per molti è stato l’inizio di un incubo. Tra edifici crollati e abitazioni danneggiate, intere famiglie sono state costrette a lasciare le loro case, nella speranza di vederle ricostruite. 2190 giorni dopo, la ricostruzione post-sisma è ormai entrata nel vivo, ma non procede con la rapidità che ci si augurava all’inizio. Ovvio, con l’arrivo del Commissario straordinario Giovanni Legnini i miglioramenti si sono visti: meno burocrazia, pratiche più snelli e cantieri sempre più attivi.

Tra le Provincie marchigiane, sono tanti i cittadini rientrati, o che per la fine dell’anno, rientreranno nelle loro abitazioni. Tuttavia, la ricostruzione è ancora farraginosa e la cartina tornasole di questo sistema è rappresentata dalla situazione Chiese. Tantissimi, ancora, gli edifici religiosi inagibili in giro per le Marche. Da nord a sud, da Ancona e Pesaro, passando per Macerate, Ascoli, Fermo e le varie aree interne, migliaia sono le Chiese tutt’oggi danneggiate e che attendono di essere rimesse in piedi.

Guardando al cratere sismico, come ha specificato il Commissario Legnini nel Rapporto 2022 sulla Ricostruzione, le Marche sono la Regione che ha subito più danni per quanto riguarda le Chiese. In totale, 1085 gli interventi previsti, per investimento di oltre 570 milioni di euro. Guardando questi dati, quindi, è chiaro che i fondi non mancano, anzi ci sono eccome, eppure la macchina della ricostruzione procede molto a rilento.

Se si considera il territorio fermano, finora solo 51 gli interventi sulle Chiese sono stati finanziati, altri 49 sono in stand-by. Ancora tanti, dunque, i Comuni senza un vero edificio religioso agibile dove poter accogliere i fedeli.

Tra i Borghi e Paesi fermani, però, c’è chi è riuscito a risanare le proprie Chiese danneggiate, ovvero Montefortino. Nel piccolo Comune montano, infatti, la notte di Natale del 2018, lo storico Santuario della Madonna dell’Ambro ha riaperto le sue porte ai fedeli, grazie alle donazioni di privati e Fondazioni del territorio che hanno permesso la ricostruzione. Inoltre, a Montefortino, sono stati già finanziati ulteriori 5 interventi per un investimento di circa 2 milioni di euro e altrettante opere sono in attesa di approvazione per una cifra che pari a 1 milione e 600.000€.

Fa da eco il Comune di Amandola, che, grazie all’impegno della Amministrazione Comunale, è stata tra le prime Città a riaprire ben 2 Chiese a pochi anni dal sisma, prima con il Santuario del Beato Antonio, poi con la tanto amata Abbazia dei Santi Ruffino e Vitale. 3,2 milioni di euro, inoltre, sono stati già destinati a 9 interventi su vari edifici religiosi ed ulteriori 3 milioni e mezzi sono in attesa di via libera.

Nei restanti Comuni dell’Alto Fermano, invece, tante le Chiese ancora inagibili e senza un futuro certo. Nella zona montana, Smerillo e Montefalcone portano la bandiera dei Comuni senza Chiesa, infatti, per la messa domenicale, i cittadini hanno allestito sale polifunzionali. Fa riflettere come, in questi Paesi, gli edifici religiosi siano ancora inagibili. A Smerillo, oltre 1 milione di euro è stato destinato da tempo alla ristrutturazione e riapertura delle Chiese, ma ancora nulla da fatto. Simile la situazione a Montefalcone, dove l’investimento è di 1 milione e 100.000€. Di riflesso, a Monteleone di Fermo sono 330.000€ i fondi destinati alla riapertura degli edifici di culto inagibili.

Spostandoci nel Capoluogo di Provincia, Fermo, il copione recita: 14 Chiese inadigibili, di cui solo a 5 sono stati assegnati i fondi per la ricostruzione, per le restanti 9 ancora tutto sospeso. Quadro simile a Porto San Giorgio, Monterubbiano e Rapagnano, che attendono, da ormai diverso tempo, che vengano stanziate le risorse necessarie.

Insomma, una situazione tutt’altro che rosea per quanto riguarda le Chiese ancora danneggiate. I nodi da sciogliere sono ancora tanti e stando ai dati, non se ne verrà a capo in breve tempo. A 6 anni dal sisma, quindi, quella ripartenza tanto sperata e conclamata ancora non si è vista.










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