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Porto San Giorgio: si è conclusa la mostra del fotografo sangiogese Cristian Ribichini

3' di lettura 23/05/2022 - Chi è l'artista? Cristian Ribichini (46 anni). Nel biglietto da visita si presenta scrivendo: “fotografo, post-produttore e grafico pubblicitario”, ma nella sua vita reale è molto di più. Si occupa principalmente di fotografia commerciale e pubblicitaria. Ama il bianco e il nero, la fotografia ritrattistica,la fine art e si dedica a queste sue passioni sia per lavoro che per diletto.

Attraverso l’esposizione dellle sue opere ha potuto esprimere agli altri le delicate e profonde emozioni provate durante il periodo di Quarantena. Un’occasione di confronto con sé stesso e con gli interlocutori. Un modo per coinvolgere e far convergere ognuno di noi in sensazioni che ci accomunano.

Cosa ci presenta? Il titolo del progetto esposto in mostra è proprio una parola che non ha bisogno di particolari spiegazioni, “Quarantena”. Lavoro iniziato durante il lockdown del 2020 e che procede fino ad oggi. Si tratta di realizzazioni fotografiche, nello specifico autoritratti, che sconfinano liberamente nella manipolazione intesa come fotomontaggio e compositing.

Esordisce così: “Cosa avete provato e cosa vi ha lasciato la Quarantena?” Ogni soggetto ha vissuto a proprio modo l’esperienza della quarantena e si porta dentro tutto ciò che ha provato. Il progetto si prefigge, infatti, di riflettere su quello che umanamente abbiamo passato e abbiamo dovuto affrontare in questi lunghi e difficili mesi di rinunce, costrizioni, confinamenti e crisi di carattere economico e psichico. Tali riflessioni sono interpretate sulla pelle e sulla faccia dell’artista, e solo in parte sono “autobiografiche”.

Un viaggio che ripercorre il Covid, dall’origine ad oggi. Inizialmente dai SOCIAL, forse ancor prima che la situazione si aggravasse e diventasse molto seria, partono le prime riflessioni. Poi arriva il LOCKDOWN e il confinamento in casa, una cosa impensabile, inedita, strana. Si ferma il lavoro, ma non si è in ferie o in vacanza, aziende, negozi, tutto si ferma. Passano i giorni e una serie di problemi, mentali e non, iniziano a farsi strada dentro di noi. CRISI. Una profonda crisi emotiva, una vera e propria depressione può spingere a commettere gesti estremi. Ma, l’artista ha sempre immaginato, chiusi nel nostro cervello, molti colori pronti ad esplodere e fuoriuscire, mescolati ad arte. Alla fine di questo breve percorso “foto-grafico”, la VERITA’ di Cristian è che “seppur mi siano mancate alcune persone, ho riflettuto. Pochi giorni per capire quanto poco mi serviva e mi serva per vivere. Per capire quanto bisogno io abbia di un bel prato pieno di margherite, o di un airone che si appoggi sul davanzale del mio balcone. Per capire quanto stanco io sia dei nostri prepotenti ritmi. Nel dramma di una pandemia, direi anche che più di qualcuno ho iniziato finalmente a capire che se dovessimo tornare alle origini del tempo, incontreremmo un'unica persona di tutti i colori messi insieme, perché l'unica razza che esiste è quella umana, unita in tutto e accomunata purtroppo anche da un temibile virus.”

Social, lockdown , crisi, verità sono le parole chiave che riportano alle mente di ogni usufruitore della mostra pensieri e riflessioni da non dimenticare, ma da condividere come ha fatto il nostro artista Cristian Ribichini.

L’artista coglie l’occasione di ringraziare La Locura Bistrot per aver concesso i suoi spazi, tutto lo staff per la disponibilità e l'opportunità regalategli e al carissimo Julio Argentino Fernandez per i suoi costanti e continui sforzi e spunti per promuovere ed organizzare eventi artistici e culturali.




Gaia Caporaletti


Questo è un articolo pubblicato il 23-05-2022 alle 21:13 sul giornale del 25 maggio 2022 - 313 letture

In questo articolo si parla di attualità, articolo, Gaia Caporaletti

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