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Fermo:L’Intervista a Gianluca Marinangeli, ospite al TEDxFermo 2022:”Essere un attore significa poter essere chiunque in qualsiasi tempo”

4' di lettura 27/02/2022 - La seconda edizione del TEDxFermo 2022 si avvicina sempre di più e tra i tanti personaggi presenti al Teatro dell’ Aquila, nella serata del 18 Marzo, ci sarà l’attore Gianluca Marinangeli.

Dopo aver conseguito due lauree, decide di seguire la sua più grande passione che è quella di fare l’attore e nel 2010 si diploma in “Arti teatrali e dello spettacolo”, continuando poi la sua formazione seguendo numerosi workshop in ambito cinematografico e teatrale con artisti del calibro di Edoardo Leo e Massimiliano Bruno.
Inizia a recitare in teatro con diverse compagnie e nel 2014 debutta al cinema grazie al lungometraggio “I Corsari” di cui è co-protagonista e Produttore esecutivo;nel 2015 produce e recita nella serie web “Il Trittico”, finalista in diversi festival nazionali.
Nel 2019 scrive assieme a Piero Massimo Macchini, lo spettacolo di teatro comico e visual comedy “Twin Detectives" e nel 2020 pubblica il monologo “La sindrome del terzo panino.”
Cosa significa essere un attore oggi e quali sfide richiede poter intraprendere questa carriera?
"Lavorare in campo artistico e nello specifico, nella sfera della recitazione non è semplice, è un percorso che richiede impegno, dedizione, passione e costanza, non è facile emergere ma chi possiede talento in un modo o nell’altro, riesce a realizzarsi.
Sicuramente vivere in una grande città come Roma o Milano, mette a disposizione molte ed importanti opportunità non soltanto lavorative ma soprattutto formative, è fondamentale studiare per intraprendere questo tipo di carriera e bisogna avere una forte motivazione.
Essere un attore significa poter essere chiunque in qualsiasi tempo, riuscendo ad immedesimarsi totalmente nel personaggio che si sta interpretando;la recitazione offre l’opportunità di poter vivere contemporaneamente tante vite in tempi diversi e questo richiede una grande preparazione.

Lei oltre che attore è anche scrittore, ritiene che sia difficile distinguere nettamente questi due ruoli o hanno delle caratteristiche in comune?
Sono due settori ben distinti che non vanno di pari passo; essere un attore non significa necessariamente essere anche uno scrittore e viceversa, ma sicuramente avere la possibilità di interpretare ciò che tu stesso hai scritto è un valore aggiunto, una grandissima emozione.
Per me è molto importante scrivere ed interpretare monologhi che in primis mi coinvolgano e mi divertano perché è fondamentale fare ciò che ci fa stare bene.

"La sindrome del terzo panino" è un monologo che invita a guardarsi dentro per poter trovare quella forza che consente di prendere in mano la propria vita divenendo gli artefici del proprio destino; lei quando ha capito quale sarebbe stata poi la sua strada?
Sin da bambino sognavo di fare l’attore, è sempre stato il mio più grande desiderio a cui non ho mai rinunciato totalmente.
In una fase molto delicata della mia vita, ho compreso che il tempo non è infinito e mi sono chiesto se avessi fatto il massimo per me stesso o se mi fossi semplicemente accontentato. Così, a 34 anni mi sono iscritto all’Accademia diplomandomi in Arti Teatrali e dello spettacolo nel 2010 ed ho iniziato a frequentare molti workshop in tutta Italia con diversi professionisti del settore tra cui il regista Massimiliano Bruno ed in quel frangente ho avuto la certezza che avessi trovato la mia vera strada che è quella della recitazione.
Non siamo i padroni del tempo ma siamo gli artefici del nostro destino ed è importante portare avanti con impegno e determinazione i propri obiettivi.

Lottare per realizzare i propri sogni; al giorno d'oggi è più una sfida oppure una concreta possibilità?
Credo sia fondamentale saper scegliere con estrema attenzione degli obiettivi raggiungibili e per riuscirci bisogna guardarsi dentro, ascoltarsi, non cercare a tutti i costi l’omologazione concedendosi il lusso di sentirsi unici e analizzando attentamente quelli che sono i propri talenti.
Nel preciso istante in cui ognuno di noi si ascolta, osservandosi con cura, riesce poi a mettere in risalto i propri talenti intuendo ciò che ama davvero.
Questo processo spesso richiede una sorta di lotta interiore con sé stessi dal momento che, siamo i primi e più severi giudici riguardo le proprie scelte, ma è fondamentale sapersi ascoltare per trovare la propria strada realizzando così i propri sogni.”

Lo scatto di copertina è stato gentilmente concesso dal fotografo Luca Bolognese.
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Questo è un articolo pubblicato il 27-02-2022 alle 21:12 sul giornale del 28 febbraio 2022 - 585 letture

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