Sant'Elpidio a Mare: Mario Offidani e il canto della Resistenza

4' di lettura 21/01/2022 - Nasceva a Sant'Elpidio a Mare il 21 Gennaio 1890 Raffaele Mario Offidani, combattente, paroliere nonché autore di molte delle canzoni identitarie del Partito Comunista Italiano.

Orfano di padre già prima della sua nascita, Offidani nasce in uno stato di povertà tale da definire la propria infanzia, nella sua autobiografia, dura e senza sole e, date le condizioni di indigenza totale, si trasferisce a Roma, dove sua madre decide di affidarlo alle cure di una casa famiglia dell'epoca. Con molti sacrifici, Offidani termina gli studi fino alla quinta elementare per poi cominciare ad intraprendere i lavori più svariati: dall'apprendista tipografo al commesso di cartoleria, dal fattorino di avvocato al copista di banco lotto, dal giornalaio al libraio ambulante e poi ancora come viaggiatore di commercio, fino ad arrivare al 1915, rimasto orfano anche di madre, all'arruolamento nell'esercito italiano come soldato.

Al fronte abbraccia subito gli ideali russi della rivoluzione, poiché a sua detta “solo il Socialismo è capace di assicurare, insieme alla pace, la risoluzione degli acuti problemi sociali”, pertanto appoggia la lotta bolscevica nella Russia del '17 facendo di Lenin suo idolo e maestro ammiratissimo, tanto da dedicargli successivamente un brano, Viva Lenin!. Ed è proprio sul finire della Grande Guerra che Offidani compone i suoi primi canti, come La Leggenda della Neva, chiaramente ispirata ad un altro canto popolare, La Leggenda del Piave, che Offidani sente cantare da un soldato torinese nel 1918 in un ospedale dove entrambi si trovavano convalescenti a causa dei traumi riportati al fronte; canto che sarebbe stato il primo della sua raccolta di testi dal titolo Canti di Spartaco.

Offidani infatti si definisce spartacus picenus dal momento che, come il gladiatore romano noto alla storia per essersi ribellato alla schiavitù, per lui “Spartaco significa fuoco e spirito, significa anima e cuore, volontà e azione della Rivoluzione del proletariato. – così egli scrive nelle prime edizioni clandestine dei suoi canti - Spartaco significa tutte le miserie e la brama di felicità, tutta la volontà di lotta dello schiavo che vuole spezzare le sue catene. Spartaco significa rivoluzione mondiale” e questo in riferimento anche alla Lega di Spartaco, un gruppo politico formatosi in Germania da Carl Liebknecht e Rosa Luxemburg nello stesso periodo della diffusione dei canti di Offidani, organizzazione di chiara ispirazione socialista rivoluzionaria da lui molto stimata.

Talmente apprezzati dai socialisti italiani e russi, due fra tutti Gramsci e Lenin, e così osteggiati dalla censura borghese e fascista dagli inizi della seconda decade del Novecento, i Canti di Spartaco riuscirono comunque a circolare per tutto il ventennio fascista tanto da arrivare al periodo della Resistenza, nel quale alcuni brani, Cuori comunisti, Il cafone sanguinario, Compagno partigiano, Le Fosse Ardeatine, diventeranno popolarissimi tra i partigiani, e poi ancora Guardia Rossa, testo che verrà addirittura adottato come Inno ufficiale del Partito Comunista d'Italia.

La produzione offidiana arriverà a contare circa un centinaio di canti e migliaia di versi satirici e, nonostante la sua prolifica opera testuale, il paroliere Offidani dichiarerà di non aver percepito nessun compenso, né dal PCI né da alcune testate giornalistiche con cui aveva collaborato, asserendo anche che il suo primo brano La leggenda della Neva avrebbe garantito i proventi del diritto d'autore al testo ispiratore La leggenda del Piave. Negli ultimi anni della sua vita Offidani si trova a Roma, intento a gestire una piccola libreria che, secondo le sue parole, risulta essere l'unica fonte del suo sostentamento finanziario e, anche negli anni successivi alla Seconda Guerra mondiale ed alla costituzione del partito comunista italiano, continua ad essere osteggiata poiché gestita da un feroce sovversivo autore di inni incendiari. Offidani morirà nella città capitolina nel 1968.

Capace di infervorare le masse con i suoi canti tutt’altro che danteschi o dannunziani, Offidani rimarrà per sempre il paroliere chansonnier legato al periodo della Resistenza, che è riuscito, col suo intento di dare un giusto valore alla causa, una forte identità alla storia della canzone politica nonché a quella prima forma di comunismo italiano del dopoguerra.


di Luigi De Signoribus

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