Dostoevskij va in teatro: “Il villaggio dei matti” porta la Russia nelle Marche

3' di lettura 11/05/2021 - “Il villaggio dei matti” è la prima trasposizione drammaturgica del romanzo “Il villaggio di Stepancikovo e i suoi abitanti” di F.Dostoevskij, scritta da Federico Malvaldi e messa in scena dal regista Gabriele Claretti.

Lo spettacolo è la prima produzione teatrale dell’associazione culturale “Ho Un’Idea E.T.S.” con sede a Lapedona, che si occupa di realizzare progetti culturali e a carattere ludico vantando un organico di professionisti nel settore dello spettacolo e dell’intrattenimento.

La prova generale aperta al pubblico si è svolta sabato 8 maggio presso il Teatro Comunale di Porto San Giorgio, ha visto grande partecipazione di pubblico che per tutta la durata dello spettacolo ha seguito pedissequamente le direttive anti-Covid: tutti con mascherina e a distanza, pronti a tornare a godere della magia del teatro. Una richiesta è stata lanciata direttamente dalla ribalta: “spegnete il cellulare e interpretate il ruolo di pubblico, ovvero applaudite se vi piace e ridete se gli attori vi fanno ridere”; un invito colto al volo.

In scena c’è ritmo, il ritmo concitato della commedia e quello cadenzato del dramma; in scena c’è Dostoevskij nella sua letteratura piena di demoni che, seppur brevemente, trova il modo di diventare umoristica, ci sono i colbacchi e c’è lo spirito della Madre Patria Russia, c’è la vodka e c’è il freddo; ci sono le battute a doppio senso appena sfiorato, c’è la voglia di ridere che contagia anche gli spettatori.

In scena c’è un villaggio comandato da un parassita senza istruzione né qualità che si crede illuminato da Dio e detta legge come un despota. In scena ci sono i contadini che lo scimmiottano per ribellarsi, c’è una storia d’amore che rompe le regole del potente Foma Fomic, c’è la voglia di spodestare l’autorità presa con la forza di un’ignoranza confusa con intellighenzia. Se i contadini e il colonnello riusciranno a rimettere le cose al posto giusto detronizzando l’impostore, si scoprirà solo in teatro.

Ciò che sembra, e in un certo senso è, un racconto del 1859 potrebbe con facilità essere trasportato non solo nel quotidiano ma anche nel futuro: forse c’è oggi e ci sarà anche domani qualcuno che, con un’ottima oratoria e una buona dose di auto-compiacimento, si farà ascoltare dai più riuscendo, camuffato da intellettuale onnisciente, a governare un Paese.

In scena, e fuori dalla scena, c’è anche una morale meta-teatrale nell’intento del regista Claretti: “Le persone da cui ci facciamo comandare, anche se vengono scacciate, troveranno sempre il modo di ripresentarsi alla nostra porta se gliela lasciamo socchiusa; sta a noi chiudere per sempre la porta per liberarcene per sempre”.

Lo spettacolo, impeccabilmente interpretato da Mirco Abbruzzetti, Carla Civardi, Simona Ripari e Gian Paolo Valentini, sarà rappresentato a San Benedetto del Tronto e a breve riproposto al Teatro di Porto San Giorgio.


di Marina Mannucci
redazione@viverefermo.it







Questo è un articolo pubblicato il 11-05-2021 alle 22:11 sul giornale del 12 maggio 2021 - 583 letture

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