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No alle barriere fonoassorbenti, sì a interventi di altro tipo: mozione del gruppo Lega Fermo


Un tema dibattuto negli anni, tra contrari e favorevoli. Tra i contrari il gruppo consiliare Lega Fermo. «Diciamo no al “gabbione” delle barriere, ci batteremo fino in fondo affinché non vengano applicate. Così facendo - afferma Tulli - durante un viaggio in treno, il nostro territorio, la nostra identità verrebbero sottratti alla vista». Territorio e turismo sui quali - come ricorda Giacobbi - già in campagna elettorale puntammo molto l’attenzione.
A Fermo la tematica in questione interessa su due fronti: turistico e residenziale. Romanella lo spiega: «c’è un gran insediamento di campeggi a sud, mentre, nella parte nord, c’è Casabianca con 2.000 abitanti fissi tutto l’anno»
Tullio Patassini, membro della Commissione ambiente e infrastrutture entra nel dettaglio. «La questione nasce nel 1995, con la legge sull’inquinamento acustico; in essa l’obbligo dei concessionari autostradali e ferroviari di mitigare il rumore al passaggio dei mezzi. RFI, dunque, valutò l’installazione di barriere tra le ferrovie e le abitazioni adiacenti. Nel 2011 - prosegue Patassini - arrivano delle indicazioni del Ministro dell’ambiente su come intervenire: sulla sorgente del rumore, sulla via di propagazione, oppure sul ricettore del rumore».
RFI optò per la seconda. A corredare il tutto l’obbligo da parte dei concessionari di intervenire presso i comuni con delle conferenze di servizi: anche il parere comunale è importante. «Sono sorti diversi comitati, da Ravenna a Bari, perché questa soluzione non era efficiente sotto nessun punto di vista, e si consideri che le barriere bloccano i venti e incidono anche sulle falde acquifere» chiarisce l’onorevole.
«La cosa fondamentale è intervenire sui treni e rotaie, come pure l’Ue prevede e come in Svizzera e Germania hanno fatto» dice e cita alcuni interventi: «a Chiusa le rotaie sono state sostituite con quelle silenziose, molto levigate, e dunque, diminuito l’attrito diminuito anche il rumore. C’è poi un’azienda che ha progettato traverse con materiali ecocompatibili che permettono l’abbattimento del rumore dei treni».
Strumento magico potrebbe rivelarsi il Recovery Plan: «il 40% dei fondi dovranno essere destinati alla transizione ecologica» sottolinea Patassini, specificando come questa discussa oggi sia una esigenza anche di altre regioni limitrofe, come Abruzzo, Emilia Romagna e Puglia. Si auspica unità, con il coinvolgimento di RFI, Trenitalia e Mercitalia, e ben venga la costituzioni di comitati, quelli che l’on. Luca Serfilippi invita a costituire per fare pressioni in ambiente e comunale e regionale e nazionale.
Anche per Marinangeli intollerabile elevare muri di 8 metri. «A livello regionale l’ass. Aguzzi ha già confermato la sua contrarietà nella conferenza Stato Regioni. Cosa fare? A più livelli ci siamo espressi: tecnicamente sono possibili altri interventi» dice.
«Fa bene il gruppo consiliare a chiedere al sindaco un parere - interviene l’on. Lucentini. Troppo semplice alzare dei muri, il problema esiste ma dobbiamo sforzarci e trovare una soluzione di buon senso. Faremo il punto a Roma, lavoreremo in commissione con gli emendamenti: la discussione non è rimandabile e l’interlocuzione col territorio spetta alla parte politica». Interlocuzione, peraltro, non rimandabile in quanto RFI, per non incorrere in una omissione di legge, è obbligata a procedere.

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