GENTE DI CAMPO. Nursia. la birra dei Monaci

I monaci sono andati altrove, hanno risalito un colle, in via Case Sparse, hanno potuto usufruire di una antica chiesa con pochi danni, e si sono sistemati alla meglio dove un tempo esisteva un altro monastero che guardava la valle di Santa Scolastica. Ed ora lo stanno ricostruendo. Ad aiutarli, tra gli altri, un'associazione di San Benedetto del Tronto: I Tipi Loschi.
«Nel 2019, - hanno scritto i religiosi - dopo aver scavato le fondamenta e cominciato a costruire i muri della loro nuova casa, i monaci hanno aggiunto un motto allo stemma del monastero: Nova Facio Omnia...», “Io faccio nuove tutte le cose”. Il 26 agosto scorso è stato benedetto il pozzo in realizzazione, che fornirà l'acqua alla comunità
Giovani, molti gli stranieri, i monaci pregano e vivono del proprio lavoro come ai tempi del fondatore. A Norcia città avevano aperto un birrificio che oggi non c'è più. Un altro ne hanno realizzato. Così, nonostante il terremoto, i danni, i problemi, hanno continuato, lassù sul colle, a produrre birra, unico loro sostentamento. E che birra! Nursia bionda e Nursia extra. La prima è delicata ed estiva, se permettete il giudizio personale; la seconda è una rossa possente, direi invernale, da sorbire dinanzi al focolare. «Imperdibile», così Slow Food, nella “Guida alle Birre d'Italia 2021”, ha definito la Nursia Extra. L'una e l'altra sono disponibili in bottiglie da 33 cl (confezioni da 12) e 75 cl. (confezioni da 6).
«La birra ha un'origine antichissima; – scrive Nadia Togni, studiosa del mondo benedettino – ma la bevanda che tutti noi conosciamo, a base di malto d'orzo aromatizzato con il luppolo, è una invenzione monastica». In totale armonia con questa tradizione, i monaci di Norcia hanno cercato di far conoscere al mondo un prodotto coltivato con questa logica monastica,
«quella che ci ricorda della bontà della creazione e del potenziale che vi è in essa». C'è una aggiunta da fare cui i religiosi nursini tengono particolarmente: «In un’epoca di crescente popolarità per ristoranti e prodotti a km 0, dove la “tracciabilità alimentare” è un segno di qualità e autenticità, acquistare direttamente dai monaci serve a ricordare non solo la provenienza della birra e come venga prodotta, ma anche chi ne trae sostentamento». E tutto questo perché, al di là del sostentamento? Perché il cuore d'ognuno ne possa essere allietato: Ut laetificet Cor.

Questo è un articolo pubblicato il 18-09-2020 alle 12:18 sul giornale del 19 settembre 2020 - 261 letture
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