Di Ruscio: "la Valdete e i dannosi lavori del passato"

Comunicato stampa
In passato mi sono battuto spesso contro lavori sbagliati e dannosi, che hanno peggiorato il dissesto idrogeologico del tratto fluviale e compromesso la strada che lo costeggia. Ancora oggi viviamo numerose criticità ed intervenire sulla Valdete mi sembra uno degli interventi viari più urgenti. Basta guardare alle cronache degli ultimi anni, una via crucis continua di incidenti, a volte gravissimi, tamponamenti a catena, rallentamenti all’ordine del giorno. Non si può pensare siano sufficienti interventi di asfaltatura, l’ultimo realizzato poco più di un anno fa, per risolvere la situazione.
A questo si aggiungono i ripetuti movimenti franosi, gli smottamenti di terreno agli argini del fiume che hanno danneggiato a più riprese la viabilità. Purtroppo molti errori sono stati commessi a livello progettuale negli anni passati, contro i quali mi sono battuto a lungo. Questo ha comportato un enorme esborso di denaro senza ottenere risultati.
La Valdete è anche ultima tra i progetti dei così detti “pettini” per favorire la mobilità dolce dalla costa all’entroterra, cavallo di battaglia della giunta regionale uscente. Sono tre i progetti che interessano il Fermano, ma mentre per le ciclovie dell’Aso e del Tenna sono stati presentati i progetti in pompa magna nei mesi scorsi, i chilometri dell’Ete Vivo, da Porto San Giorgio a Santa Vittoria in Matenano, sono ancora tutti da finanziare e progettare. Anzi, un progetto già c’è, con il Cosif avevamo presentato alla Regione Marche il progetto “Le vie dell’acqua” che dalla foce dell’Ete, attraverso percorsi pedonali, ciclabili ed ippici, avrebbe condotto I turisti nell’entroterra per visitare I grandi “contenitori idrici” presenti a Fermo, Montottone, ed altri comuni del fermano.
Arrivando allo sbocco a mare della Valdete ci troviamo al porto di Porto San Giorgio. E’ in fase di realizzazione il ponte ciclopedonale di collegamento con Marina Palmense, opera attesa per molto tempo. Peccato che rimanga ancora fermo, ormai da decenni, lo sviluppo portuale, tema che non è certo di interesse solo locale. Se nell’unico porto della provincia non parte un piano di riqualificazione, il ritardo in termini di servizi e di attrattività turistica riguarda tutto il territorio.
La Regione Marche, nei prossimi 5 anni, dovrà fare la sua parte.

Questo è un articolo pubblicato il 01-09-2020 alle 13:52 sul giornale del 02 settembre 2020 - 254 letture
In questo articolo si parla di politica, articolo, Saturnino Di Ruscio candidato di FdI alle regionali 2020