Sant'Elpidio a Mare: Terrenzi "Le dichiarazioni di Bertolaso sono un riconoscimento delle mie strategie ma non basta."

Tre sono le questioni da me sollevate da settimane e confermate dall’ex numero 1 della Protezione Civile: la necessità di separazione degli ospedali che accolgono le patologie extra covid da quelle covid; la necessità di far ripartire le funzioni ordinarie della sanità pubblica; la necessità di avere strutture sanitarie che accolgano il covid per ancora molto tempo, che si tratti di nuove ondate o di convivenza continua non ci è dato saperlo.
Certo, all’inizio di questa idea di realizzare il centro covid 100 alla fiera di Civitanova Marche, le strategie della Regione non erano quelle dichiarate oggi. Prima pensava ad un hub di esclusiva terapia intensiva in attesa del picco epidemico, ora invece sposa in pieno le valutazioni e le strategie indicate già da due mesi dal sottoscritto, questo mi reca ovviamente soddisfazione, ma ci sono dei ma!
In primis il luogo di realizzazione della struttura sanitaria. La città di Civitanova Marche ha una vocazione turistica e commerciale. La fiera si colloca al suo centro ed è un immobile che ordinariamente ospita molte attività; per questo continuo a dubitare possa ospitare a lungo, come dichiarato da Bertolaso, un ospedale (addirittura si ipotizza la necessità fino al 2025). Se tale data fosse veritiera, mi sfuggono ancora di più le motivazioni per le quali la Regione non ha voluto investire tali fondi su strutture sanitarie molto più attrezzate, che avrebbero consentito al territorio di avere hub covid in ogni provincia o comunque in contiguità. A tale riguardo non mi si risponda che è più facile gestire un solo ospedale, piuttosto che più centri, perché visti i numeri di nuovi posti letto, in proporzione occorrono medici ed infermieri ed affini, indipendentemente dalla loro dislocazione. Anzi, la riconversione delle strutture sanitarie, avrebbe consentito un’attivazione secondo reale necessità, mentre il covid 100 essendo una struttura unica, dovrà comunque essere aperto sempre a pieno regime.
A proposito di numeri, l’altra perplessità la nutro sul numero di pazienti cui è calibrato il covid 100, ovvero, come dichiarato 96. Se dovessimo fare fronte ad una nuova ondata saranno assolutamente insufficienti, rispetto ai numeri di pazienti covid avuti nel territorio regionale in questa prima fase epidemica di marzo ed aprile. Ci troveremo quindi nuovamente ad utilizzare gli ospedali in promiscuità o a riconvertirne alcuni per dedicarli esclusivamente alla cura dei nuovi pazienti covid, sottraendo di nuovo servizi ai cittadini. I 12 milioni ci avrebbero invece permesso di recuperare molti più posti letto attraverso l’utilizzo delle strutture sanitarie esistenti, come detto, con apertura modulare rispetto alle necessità.
Dopo aver esternato per mesi quale fosse la strategia da seguire, oggi recepita quasi totalmente dalla Regione, non mi resta che prevedere per un futuro non tanto remoto che ci troveremo a dire che quel progetto era stato sbagliato e quelle risorse dovevano essere investite nel progetto HUB COVID TERRITORIALE. Ciò avverrà non molto tardi, quando la città di Civitanova chiederà indietro i suoi spazi e la Regione non avrà nuove risorse per riconvertire le sue strutture sanitarie vuote, e sarà un'altra occasione persa.

Questo è un comunicato stampa pubblicato il 18-04-2020 alle 17:22 sul giornale del 20 aprile 2020 - 1238 letture
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