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Vivere le storie : Lighea


Cosa vi aspettereste da una chiacchierata con una cantante conosciuta ed apprezzata?
Di parlare dei suoi successi, delle sue soddisfazioni. E invece no, decisamente no.
La chiacchierata al telefono con Tania Montelpare in arte Lighea, è stata decisamente intensa e bella.
Non le ho chiesto di parlarmi del suo mondo passato, delle esperienze canore nei vari festival ma di ciò che è oggi e come si sente oggi. Leggete qui.
“Per scelta di vita produco musica per gli altri, lavoro con i ragazzi per la scrittura di testi adesso.
Ho la necessità di scrivere per gli altri aiutando i giovani a creare progetti personali. Molti hanno idee ma mancano d'esperienza. "
Già nel 2000 aveva l'idea di creare una scuola per formare giovani artisti, ma il suo cambio è avvenuto con la maturazione come persona nel tempo. Perché si può dire che Lighea oggi è qualcun'altra, rispetto a chi era dieci anni fa : due fasi e una rivoluzione.
“Quello che facevo come cantante era qualcosa che volevo fare a modo mio, senza dover sottostare ad obblighi commerciali ed altro. Ma mi sono resa conto che in questo mondo attuale non puoi stare alle tue regole, ti devi adattare. Cosi è nata l'idea della scuola Lighea Voice and Performance Academy (http://identitarte.it/category/lighea-voice-and-performance-)academy/page/2/)."
Aperta dallo scorso ottobre a Marina di Altidona con succursale a Campiglione, vanta una partecipazione di circa venticinque allievi che nel 2019 hanno iniziato il percorso accademico della durata complessiva di cinque anni.
“Da quella nuova fase della mia vita mi sono messa a disposizione degli altri con l'arte-terapia e il counseling espressivo.
Questo permette all'arte di essere un mezzo che porta la persona ad interiorizzarsi con sé stessa;e le proprie problematiche sono lo specchio dell'io. Quando queste emergono tutti prendono coscienza dei limiti e iniziano un percorso diverso, consapevole. La cosa bella? Che inseriscono nella vita comportamenti più funzionali e raggiungono risultati più soddisfacenti. Con le altre insegnati e collaboratrici cerchiamo di trovare un'identità ad ognuno ma che sia compatibile con il loro stile o linguaggio. In tutto ciò è normale che metto anche qualcosa."
Ricercare un equilibrio artistico si può dire?
“Ritrovano l'equilibrio interiore prima che quello artistico. Amo tantissimo questo; amo utilizzare l'arte per questo scopo.
Ultimamente produco canzoni solo se queste hanno una finalità sociale, non per vendere ma per comunicare qualcosa e a volte con l'arte diventa facile farlo.
La canzone Goccia d'acqua per esempio l'ho scritta due anni fa, ma era lì ferma ad aspettare quella scintilla che la facesse accendere. Ho ritenuto che questo fosse il momento giusto per farla uscire e per aiutare le persone. Il senso è che “ognuno può fare la sua piccola parte”. Se ragioniamo sempre pensando di fare quello che può cambiare il mondo in modo troppo utopistico e megalomane, non facciamo nulla. Miglioriamo noi stessi e forse possiamo cambiare il mondo. “
E proprio in questo periodo una riflessione del genere, non può che farci bene...
“Assolutamente. Ora stando a casa possiamo rivolgerci alle persone in un certo modo, aiutare gli altri, comprare un sacchetto di spesa a chi ne ha bisogno, chiedere “come va?”.
In questo momento credo sia importante entrare in un concetto: il mio sogno è che le cose cambino davvero ora e dopo. Non possiamo tornare al prima.
Gli equilibri erano spostati, non c'era più attenzione per l'essere umano mentre le grandi rivoluzioni partono da dentro. Con la scuola l'approccio è lo stesso.”
E il ruolo dell'arte, dell'arista in tutto ciò qual'è?
“Gli artisti portano il bello nel mondo che ne è pieno zeppo. La bellezza è tutt'intorno a noi ma va colta e coltivata; e poi anche parlare di cose “brutte” è arte, per far sì che magari si trasformino.”
Continua Tania...
“ I miei allievi sono di fronte ad una società zeppa di pecore dolly e loro sono invece pecore nere.
Artista lo si diventa solo con l'isolamento.”
Isolamento che ora è obbligatorio ma che non interrompe il lavoro su sé stessi e sul bello da donare alla Terra, giusto?
“Ora lavoriamo via Skype e non abbiamo interrotto nulla. A scuola abbiamo tanti ragazzi provenienti da tutt'Italia: Sicilia, Liguria, Toscana, Piemonte e molti invece del territorio marchigiano da San Benedetto ad Osimo. E ti dirò, proprio qualche giorno fa abbiamo con una ragazza fatto una lezione via telefono, senza connessioni web perché erano instabili. Quando ci siamo salutate abbiamo commentato: Uao! Tutte le opzioni sono valide, bisogna solo volerlo fare e crederci.”
Mi racconta anche un aneddoto attuale che racchiude l'essenza del momento che molte famiglie stanno vivendo.
“Personalmente ho anche situazioni familiari da gestire e che non avrei mai voluto dover sopportare, ma la vita non è un codice scritto, anzi. Così ho continuato a lavorare anche per i miei cari. Tutto ciò che non cresce muore e io devo fare la mia parte perché ciò non avvenga.
Quello che trovo inumano e che dovrebbe aprirci gli occhi, è il non poter abbracciare una persona cara che se ne sta andando, da sola. Straziante.”
Ma l'arte oggi cosa può fare che non sta già facendo, deve cambiare, restare così?
“Per cambiare l'arte, devono cambiare le persone. Gli artisti seguono la richiesta e se questa non cambia, non può cambiare il modo di fare l'artista. Mi auguro che ci sia un cambio di veduta nelle persone, perché la vita che traspare ad esempio attraverso le canzoni, deve arrivare a tutti. E queste, le canzoni, portano messaggi che la gente consapevolmente o meno, assorbe.
Che tutto ciò debba essere acquisito vendendo è svilente: l'artista deve offrire ciò che fa alla gente senza doverci guadagnare o doverla svendere . L'arte è un bene di prima necessità. Un mondo senz'arte non è possibile, è come il cibo. Ad esempio vorrei che tornasse nelle scuole l'insegnamento della musica che è stata tolta. Un'errore madornale visto quanto mi ha cresciuta e rafforzata. E' una materia che deve avere la stessa importanza di italiano o matematica e va proposta nel luogo più adatto: la scuola appunto in primis.”
E nel fermano vedi molto fermento a livello artistico, culturale?
“Si c'è molto movimento, solo che il cerchio è chiuso e se sei al dì dentro per fortuna o merito, allora sei visibile, altrimenti fai fatica.
Credo che si debba sempre più lavorare con i piccoli progetti e partendo dal basso: le cose non possono essere efficaci solo se visibili. Tutto ciò che facciamo “contagia” la gente e anche se a passi lenti ma costanti, può essere molto significativo.
Ai miei ragazzi dico: non pensate di diventare ricchi e famosi perché siete artisti!Dovete portare il vostro contributo piccolo o grande che sia.
Sarebbe bello che gli imprenditori valorizzassero l'arte e acculturassero le persone, invece di spendere milioni in pubblicità televisive.
Se si capiscono queste cose rivoluzioniamo il mondo.”
Il concetto è semplice e chiaro.
“Dare spazio a chi ha un contenuto umano che trasmetta non superficialità. Va dato alla gente ciò che gli serve non ciò che vuole. Perché spesso nemmeno sa più cosa vuole.
Bisogna dar spazio alla noia. Personalmente è quando sono super impegnata che non combino niente.
Dopo un po' assorbita nella “noia”, la sensazione è fantastica e lì mi vengono le idee migliori. Bisognerebbe reagire come sta reagendo la natura adesso. Mentre parliamo ho davanti a me il video di un capriolo che corre per la spiaggia di Pesaro! Pazzesco. Bisognerebbe avere la forza e la convinzione di fermare tutto il mondo una settimana al mese: niente più auto, niente più fabbriche attive, niente più inquinamento, solo relazioni sociali, creatività, emozioni. Ne gioveremmo noi e ne gioverebbe la nostra Terra. “

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