Fermo: CGIL preoccupata per le possibili sperequazioni con i buoni spesa emergenza coronavirus

Trattandosi si risorse pubbliche è assolutamente necessario che vengano utilizzate individuando criteri di erogazione equi per evitare sperequazioni.
Le amministrazioni comunali dovrebbero anche evitare di sottoscrivere convenzioni per l’utilizzo dei buoni spesa solo nelle grande distribuzione, penalizzando di fatto i piccoli negozi di prossimità.
Bisogna quindi evitare che si trasformi in un contributo a pioggia, perché comporterebbe l’erogazione del buono spesa anche a chi non ha effettivi problemi di liquidità, determinando in tal caso, un spreco di risorse che andrebbe a limitare la platea di beneficiari, essendo fondi limitati quindi erogabili fino a capienza.
L’attenzione dovrebbe essere rivolta principalmente ai nuclei ove sono presenti lavoratori/ci dipendenti ed autonomi/e ad iniziare da quelli monoreddito e con situazioni di fragilità quali disabilità e non autosufficienza.
Se dovessero emergere ipotesi d’intervento per nuclei familiari che non siano titolari di alcun reddito, la valutazione deve essere molto accurata verificando il nesso con l’emergenza COVID-19.
Ai richiedenti il buono spesa, dovrebbe essere chiesto di dichiarare l’entità dei risparmi attualmente disponibili, ed eventuali entrate derivanti da cespiti quali affitti e/o rendite, per stabilire l’accesso alla misura e/o l’ordine di priorità tra i richiedenti.
Abbiamo in corso contatti informali con alcuni Sindaci della nostra provincia, con i quali ci stiamo confrontando per definire i criteri di accesso ai buoni spesa. Riteniamo che questa modalità di confronto debba estendersi a tutti i 40 comuni per avere criteri il più possibile omogenei per i cittadini, evitando disparità legate alla residenza, non escludendo una logica sovracomunale soprattutto per le realtà più piccole.

Questo è un articolo pubblicato il 03-04-2020 alle 12:45 sul giornale del 04 aprile 2020 - 606 letture
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