Vivesia:anima e poesia

2' di lettura 01/06/2019 - Per questo secondo appuntamento, postiamo una sillogia che si compone di tre triadi. Noi oggi inseriamo la prima. A scriverla è Giovanni Zamponi, medico di professione e cultore di Dante per passione. Declama la Divina Commedia in ogni sua terzina, con una padronanza assoluta e tutta a memoria. Originario di Smerillo, ha da sempre lasciato il segno nel nostro territorio, sia nella sua professione, sia nell'arte del divulgare il verbo.

DESIDERIA DESIDERIO DESIDERATA

TRIADE PRIMA

Non ho chiavi d’accesso ai tuoi segreti,
al tuo scrigno intarsiato d’avvenenza;
sui tuoi sentieri innumeri divieti,
con te ho coscienza dell’inconoscenza.
Le tue tracce, leggere più dell’aria,
lasciano effluvi che trattengo invano;
la tua voce, una voce che non varia,
intrattiene il mio sguardo di lontano.
Se mi precedi o mi cammini al fianco,
io m’adagio a inseguirti col mio metro;
ma se dal passo tuo talor m’affranco,
rimango solo, con me solo, e indietro.
Prestami, se hai, domande come sponde,
ché all’eco mia non cenno va o risponde.

Immaginai molteplici salite
a vette di vedute inaccessibili;
immaginai molteplici sortite
verso rocche troppo alte e poco agibili.
Cantai d’amori teneri e sublimi
musicati con l’arpa e con la cetra;
cantai di parchi azzurri e d’astri opimi,
e montagne cantai d’oro e di pietra.
Mi sorprese la notte ancora in fuga
già prima d’ogni sosta e ogni partenza;
m’accarezzava solo qualche ruga
e un cingolo di buona penitenza.
Altri miraggi mi negò altra luna
di fasi scevra e scevra di fortuna.

Dedicherò i miei versi alla beltà
d’un fiore che fiorisce ogni mille anni,
sacra nella sua nuda libertà
d’artifizi al riparo e disinganni.
Passò il vento, il gran vento di stagione,
sui germogli sbocciati per un’ora;
e sì attesi propizia l’occasione
d’allestire ai colori una dimora.
E mille anni impiegai per decifrare
il passato di gesti onnipresenti,
e mille anni impegnai per istoriare
gli spazi vuoti tra futuri eventi.
Ma qui chiudo il quaderno, altro ne sa
l’amicizia che ha nome estraneità.


di Marco Squarcia
redazione@viverefermo.it





Questo è un articolo pubblicato il 01-06-2019 alle 14:55 sul giornale del 03 giugno 2019 - 695 letture

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