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comunicato stampa
Ritrovato lungo il litorale del fermano esemplare vivo di tartaruga

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da Guardia Costiera 
Capitaneria di Porto di Pescara


Nel fine settimana scorso i militari dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Porto San Giorgio sono intervenuti a seguito del ritrovamento di una carcassa di tartaruga rinvenuta lungo il litorale del fermano

Lo spiaggiamento, segnalato prontamente da una cittadina straniera residente nel fermano che ha immediatamente allertato la Guardia Costiera, è stato presumibilmente causato delle mareggiate che hanno invenstito la costa negli scorsi giorni.
Il carapace, ritrovato in località Lido di Fermo nel tratto di spiaggia antistante lo chalet “Nove Nove”, apparteneva ad un esemplare di sesso maschile della specie “caretta caretta” ed era di piccole dimensioni (30 centimetri di lunghezza e 25 di larghezza, per una massa di circa 7 chilogrammi di peso).
Fortunatamente la tartaruga, pur presentando alcune lievi ferite sul rostro, era viva e si trovava in buone condizioni di salute.
Al termine degli accertamenti di rito, eseguiti in collaborazione con il personale veterinario ASUR, l’esemplare è stato consegnato all'Unità di Ricerca e Didattica UNICAM di San Benedetto del Tronto, per la temporanea stabulazione nelle apposite vasche del Centro.
Il sito del Centro Tartarughe Marine - Unicam ospita gli esemplari di Caretta Caretta recuperati dalle Capitanerie di Porto competenti per il tratto di costa compreso tra Civitanova Marche e San Benedetto del Tronto: di concerto e con l'autorizzazione del compente personale della Fondazione Cetacea, gli esemplari accolti sono ospitati fino alla loro liberazione o, se necessario, prontamente trasferiti nell'Ospedale delle Tartarughe di Riccione, gestito dalla stessa Fondazione Cetacea.
"Mi auguro che - spiega il Comandante Petrunelli - dopo le dovute cure da parte del personale specializzato, l’esemplare sia reimmesso in mare al largo delle acque fermane, magari dando la possibilità, poco prima del rilascio, agli alunni di una locale scuola di poter ammirare l’esemplare e di poterne conoscere la storia tramite il personale del centro di recupero.”