Vivere le storie: Natan e Catharina

6' di lettura 01/12/2017 - Cosa succede quando si incontrano le arti visive e l'agricoltura? Nasce la carta fatta a mano! Una coppia affiatata, lei Tedesca, lui Israeliano che da anni vivono ad Amandola. E’ possibile farlo, producendo la carta? Assolutamente si.

Lui originario della Polonia (Lodsz), lei della Germania del nord (Amburgo). Lui nato da una famiglia ebraica scampata all’olocausto. Natan resta (dopo prima infanzia in Israele e gli anni scolastici passati negli Stati Uniti) per circa 30 anni nella comunità Kibbutz Sde Yoav, dove tante famiglie formano la struttura portante in cui si trova la mensa comune, il lavoro e la mentalità comunista soprattutto in campo dell’ agricoltura dove tutto è condiviso e si vive come una piccola comunita’ senza privazioni. Natan nei primi anni '80, ascoltando un programma radiofonico mentre viveva in Kibbutz Sde Yoav in Israele, si rese conto che il riciclaggio degli avanzi della sua attività agricola avrebbe riportato l'arte nella sua vita – aveva già prima studiato in America le arti visive- cosi s'interessa e approfondisce.
Per molti anni a venire avrebbe sperimentato tante fibre vegetali differenti
tra cui la paglia di grano, l'erba, la banana, il papiro, il mais, il kozo (gelso giapponese) e la mitnan molto speciale, una pianta desertica. Catharina invece (dopo gli studi universitari finiti nella storia dell’arte e anni di formazione nel restauro di affreschi) s’interessa alla carta nei primi anni '90, in un contesto diverso: nella grande biblioteca dell'università di Amburgo ha aperto un volume che ha mostrato una varietà di campioni di carta, fatti a mano in tutto il mondo segnando l'inizio del suo viaggio.
Pochi anni dopo incontra
Natan in un congresso di carta in Olanda e scopre che la carta speciale del deserto che aveva visto e sentito nel libro, era stata fatta da Joyce Schmidt, insegnante di Natan. E' nel 1996 che lei segue Natan e sceglie di vivere nel Kibbutz dove collaborano nel laboratorio di carta. Nel frattempo nel Kibbutz in dieci anni è cambiata la politica, il governo ha indebolito la comunità per distruggere il potere e l’influenza, avvallando il motto “meglio avere dei nemici soli che uniti”. Così i due si mettono alla ricerca di una vita fuori della comunità. Nel 2000 hanno fatto il primo sopralluogo nelle Marche come potenziale lido in cui stabilirsi, partendo da Ancona passando per Camerino, e arrivando fino ad Amandola. Qui hanno visionato diversi casolari in campagna e giunti ad un bivio lungo la provinciale verso Fermo, di fronte all'ennesima casa che per arrivarci imponeva l'attraversamento di un bosco, Natan ha esclamato:
“Stop. Casa mia è questa”!

Zero dubbi e zero approfondimenti, aveva deciso. Cosi nel 2002 sono arrivati insieme ad Anan (nato nel 1998 a Gerusalemme) nelle Marche, mentre Laila la secondogenita è nata nel 2003 a Recanati. Curiosi anche i nomi che hanno dato ai propri figli:
Anan: “ nuvola” in Ebraico e Arabo.
Laila: “notte” in Ebraico e Arabo.

Il nome del figlio è stato scelto da un libro per bambini sulla carta scritto dall’americano James Rumford, che si chiama “The Cloudmakers”. Lo scrittore stesso li ha ringraziati per questo onore, facendo loro un regalo di un quadro originale che tengono a casa al muro. Laila ha preso il suo nome invece da una ninna nanna Israeliana che Natan ha cantato a tutti i suoi figli (tre rimangono ancora a vivere in Israele oggi, con le loro famiglie).
Stanziatasi ormai tutta la famiglia in frazione Marnacchia, vivendo sul primo piano della loro casa in campagna, hanno fatto della stalla delle mucche il primo laboratorio. Di cosa ? Della carta ovviamente. Ricavando il materiale dall’albero di Gelso Giapponese dietro casa, preparano le fibre per la carta e ci fanno dei bellissimi lavori. Hanno così iniziato a collaborare con le scuole, fino anche ad alcune di Fabriano e del Pesarese oltre a fare mercatini per la regione e fuori di essa, cercando di farsi conoscere. Ma hanno trovato molte difficoltà a far capire la loro arte, sicuramente originale e ai più apparsa stravagante. A loro però piacerebbe ancora di più oggi nel 2017 che giunge alla fine, instaurare un programma vero di collaborazioni per far vedere come lavorano.
E col terremoto chiedo, cosa è cambiato?
“Molto- mi dicono. Dormiamo in un casolare vicino che abbiamo trovato per caso e torniamo quassù durante il giorno. La casa purtroppo è molto lesionata e ha bisogno di una completa ristrutturazione. "

Col terremoto le difficoltà sono state tante, ma per fortuna sono riusciti a non fermarsi e gli aiuti ricevuti sono stati numerosi, sia dalla popolazione Sibillina (come il magazzino arrivato in estate di quest’anno), sia da amici.
Perché però avete scelto le Marche e perché volete continuare a viverci?
“ Semplice, perché qui la vita è slow, per certi versi semplice e scorre via come il tempo, liberamente. E poi guarda là- mi dicono indicando il paesaggio che si apre ai nostri occhi, i Monti Sibillini ben visibili- possiamo cercare altro?”
E allora continuate a lavorare la carta, a divertire i bambini ed adulti ugualmente, a creare nel nostro territorio, che si è arricchito in questi anni di persone preziose e ricche dentro.
Ci salutiamo con un loro ultimo piccolo desiderio:
“Rendiamo fruibile la nostra collaborazione in particolare nel ambito artistico, per studenti delle accademie d’arte e scuole d’arte. Fra le tante preziose esperienze cartacee che questi anni ci hanno contraddistinto, vogliamo citarne alcune: invito nel Giappone per studi sulla carta, insegnamenti in Nepal, in Spagna, in Germania, India, Olanda, Stati Uniti. Facendo questi viaggi, abbiamo incontrato persone molto appassionate, interessanti, creative; un’esperienza che vorremmo condividere alla prossima generazione.”
Speriamo che tutto ciò avvenga, per un ulteriore passo verso la conoscenza di un territorio quello dell'interno dei Monti Sibillini, ricco di esperienze e belle persone.



Visitate il sito e contattateli:
https://www.nightcloudpaper.com/


 

di Marco Squarcia
redazione@viverefermo.it







Questo è un articolo pubblicato il 01-12-2017 alle 12:15 sul giornale del 02 dicembre 2017 - 3161 letture

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