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Lucrezia Ercoli ci presenta Popsophia

5' di lettura 27/10/2017 - Parlare di Filosofia non è mai stato così semplice. Per vederci chiaro, abbiamo intervistato Lucrezia Ercoli, ideatrice e Direttrice Artistica di Popsophia, l’unica associazione italiana dedicata alla pop-filosofia, un genere culturale internazionale che coniuga la riflessione filosofica con i fenomeni pop della cultura di massa.

- Buongiorno Lucrezia e grazie per averci concesso questo onore. Parlaci subito di questo Festival, dell’idea che vi è venuta e a che numero di edizioni siete arrivate.


“Grazie a voi per questa occasione. Popsophia è arrivata quest’anno alla settima edizione. La prima l’abbiamo realizzata a Civitanova Marche, dove è nato il nostro progetto culturale. Oggi il Festival è itinerante, organizziamo eventi in tutta la regione Marche, da Pesaro ad Ascoli Piceno, da Tolentino a San Benedetto. L’idea di partenza è quella di analizzare con la lente della filosofia i fenomeni culturali di massa che compongono il nostro immaginario estetico ed etico”.


- Come mai questo nome?

Deriva dall’espressione Pop’Philosophie coniata dal filosofo francese Gilles Deleuze. Un’idea che negli anni è diventata un vero e proprio genere filosofico riconosciuto a livello internazionale che ristabilisce una connessione tra filosofia e linguaggi della cultura popolare. Oggi, in tutto il mondo, esistono festival, collane editoriali, corsi di laure dedicati alla pop philosophy. In Italia siamo l’unico festival che si occupa di questi temi: i nostri eventi sono diventati il punto di connessione tra i tanti giovani filosofici che si stanno avvicinando a questa nuova forma di pensiero critico”.



- Come siete organizzati, quante persone lavorano nello staff e come sono le collaborazioni?

L’associazione è cresciuta moltissimo e le collaborazioni con giovani professionisti e artisti marchigiani, dallo staff organizzativo ai musicisti del nostro gruppo, sono aumentate. Siamo uno staff numeroso dove l’età media è molto bassa, una risorsa creativa indispensabile per affrontare le veloci trasformazioni della cultura contemporanea. Gli eventi culturali come il nostro hanno subito gli effetti della recente crisi economica e, nonostante qualche risorsa in meno, la nostra forza è l’innovazione. Abbiamo messo in piedi proposte di volta in volta innovative che hanno riscosso l’interesse del pubblico senza gli ospiti dello star system dal costo esorbitante. Il nostro team lavora ormai tutto l’anno in sinergia con le diverse associazioni culturali e istituzioni scolastiche del territorio.”.


- Come si scelgono le location?

Scegliere le location è fondamentale. Il luogo è parte integrante dell’evento, rende l’atmosfera totale, la proposta culturale deve integrarsi con la bellezza dei monumeni del nostro territorio. Abbiamo svolto tutti i nostri Festival in location speciali, dalla Rocca Costanza di Pesaro al Castello della Rancia di Tolentino, fino al Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno: ha funzionato il constasto tra le architetture storiche e il linguaggio contemporaneo della nostra proposta.


- I temi però variano a ogni edizione giusto?

Sì, ogni anno lavoriamo su temi diversi. Scegliamo spesso degli ossimori, delle disincantate contraddizioni che rappresentano la complessita del mondo contemporaneo, da “nostalgia del presente”a “Fuga dalla libertà”.

- Qual è la particolarità e l’originalità dei vostri eventi?

Nelle ultime edizioni abbiamo lavorato sull’ideazione e la realizzazione di un nuovo format culturale: il Philoshow, uno spettacolo filosofico-musicale che prevede un mash-up di vari linguaggi tra riflessione filosofica, musica dal vivo, performance teatrali, montaggi cinematografici. Invece che la solita presentazione degli ultimi libri in classifica, il pubblico può assistere a un evento ogni volta diverso e unico”.

- Quindi perché c’è cosi tanto bisogno di filosofia ai giorni nostri?

La filosofia è un’esigenza primaria che riguarda tutti, è l’unico modo che abbiamo per prenderci cura di noi stessi e per orientarci nel mondo. La nostra pop filosofia esce dalle aule accademiche e torna in piazza, parla a tutti con un linguaggio comprensibile. E le Marche si sono rivelate una regione attenta alle nuove proposte che coniugano la tradizione del pensiero critico con i fenomeni pop che ci appassionano”.

- Che tipo di pubblico e da dove proviene?

Il pubblico dei nostri eventi è vario: studiosi di filosofia, appassionati di cinema, fiction e fumetti, semplici curiosi. Negli anni abbiamo costruito il nostro target, un pubblico che ci segue anche da fuori regione, interessato all’originalità della proposta. Una fetta importante è composta dagli insegnati che considerano la popsophia un utile strumento per aggiornare il linguaggio didattico”.


- La collaborazione con enti sul territorio e associazioni com’è?

La collaborazione con le istituzioin è necessaria per integrarsi con le peculiarità culturali ed economiche del territorio di riferimento. Il nostro punto di partenza sono sempre le scuole: coinvolgiamo i docenti e dedichiamo uno spazio per le proposte dei ragazzi ”


- E per i più piccoli che proponete?

Per i più piccoli organizziamo dei laboratori di “filosofia coi bambini”, un metodo ideato da giovani filosofi marchigiani che lavorano nelle scuole del territorio. Negli anni abbiamo avuto una risposta molto positiva sia parte dei ragazzi che dei genitori e dei maestri che hanno partecipato”.

- Novità future? Già al lavoro per i prossimi appuntamenti?

Si, siamo già a lavoro per l’edizione successiva. A breve presenteremo un nuovo Festival per il mese di novembre, poi saremo nel capoluogo piceno in inverno con la seconda edizione di Cinesophia”.

Grazie Lucrezia e grazie allo staff per il duro lavoro che svolgete. Il primo viaggio nelle Marche filosofiche volge al termine, ma rimanete collegati perchè:
Per chi intraprende cose belle , é bello soffrire , qualsiasi cosa gli tocchi . ( Platone )


di Marco Squarcia
redazione@viverefermo.it







Questo è un articolo pubblicato il 27-10-2017 alle 11:37 sul giornale del 28 ottobre 2017 - 1381 letture

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