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La Clownterapia: “La medicina non è divertente, ma c’è molta medicina nel divertimento”

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di Ivana Esposito
redazione@viverefermo.it


Il clown è un “interprete delle emozioni”. Al di là del mondo circense cui siamo soliti relegarlo, ha assunto oggi un ruolo fondamentale negli ospedali di tutto il mondo ma non solo.

Si è conclusa da pochi giorni la tredicesima edizione del “Clown & clown, festival internazionale di clownerie e clownterapia” che ogni anno si tiene a Monte San Giusto, proclamata ormai da tempo Città del sorriso. Quest’anno si è ampiamente dibattuto intorno al tema della diversità attraverso una serie di incontri curati dalla Federazione Nazionale Clown Dottori.
Negli anni nomi di un certo rilievo sono stati insigniti del premio “Clown nel cuore”, un omaggio a chi ha saputo coniugare ilarità e altruismo per essere di sostegno al prossimo.
Per citarne solo alcuni: Patch Adams, Michael Christensen, Don Luigi Ciotti, Lino Banfi, Enzo Iacchetti. Il clown è un “interprete delle emozioni”.
Al di là del mondo circense cui siamo soliti relegarlo, ha assunto oggi un ruolo fondamentale negli ospedali di tutto il mondo ma non solo. Lo ritroviamo anche a contatto con giovani difficili, anziani, disabili psicofisici e mentali, popolazioni che vivono situazioni di disagio o in ambito scolastico per l’educazione psicomotoria.
In tutti questi contesti il suo compito è quello di incentivare la socializzazione, migliorare la qualità della vita e l’emotività dei pazienti mediante clownerie, improvvisazione e umorismo.
Per ulteriori approfondimenti:
www.federazionenazionaleclowndottori.org
www.ilbauledeisogni.org