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Vivere a 4 Zampe: consumatori di carne equina! Ecco cosa non sapevate

Vivere a 4 Zampe, cavalli 2' di lettura 29/11/2014 - Salto ostacoli, polo, reining, competizioni di ogni tipo. Ma anche trekking, pet therapy e ippoterapia. Le attività che condividiamo insieme ai cavalli sono davvero innumerevoli, ma alla fine della loro carriera che trattamento subiscono? Continua l'approfondimento di Vivere a 4 Zampe sul consumo di carne equina in Italia.

Il Bel paese è il maggiore consumatore di carne equina in Europa, lo confermano i dati Eurostat più recenti, secondo cui i cavalli macellati in Europa nel 2007 sono 214.000, di cui solo in Italia 100.000. I principali paesi da cui l'Italia importa cavalli vivi da destinare al macello sono Spagna, Francia e Polonia (di cui abbiamo parlato lo scorso numero). I viaggi che questi animali devono affrontare sono davvero estenuanti per loro, lunghi fino a 46 ore, anche se per legge non potrebbero oltrepassare le 24.

Ma gli equini comprati dagli allevamenti, esteri o italiani, non sono gli unici ad entrare nei mattatoi: numerosissimi sono quegli esemplari che provengono dal circuito delle competizioni agonistiche, che, una volta terminata la loro carriera, vengono venduti ai mattatoi prezzo di carne; comunque meno costoso piuttosto che prendersene cura fino alla loro morte naturale senza percepire il denaro delle eventuali vincite che avrebbero collezionato.

Molti di questi cavalli sono iscritti all'anagrafe equina come Non DPA, ovvero non destinati alla produzione alimentare. Per legge questi cavalli devono essere mantenuti fino alla fine della loro vita e poi essere inceneriti; la loro carne non può essere usata nemmeno per la produzione del cibo destinato agli animali. Per molti, disfarsi di questi cavalli (sebbene non destinati alla produzione alimentare) è tanto urgente da essere disposti ad abbassare il prezzo della carne, rendendola più vantaggiosa persino di quella bovina, notoriamente più economica. In effetti sono anni che le associazioni per il benessere degli animali avvertono sulla possibilità più che concreta di questo fenomeno.

Tale teoria è stata accreditata anche da numerose testate giornalistiche internazionali (www.theguardian.com), quando il recente scandalo sulla carne di cavallo trovata in hamburger e lasagne al posto di quella di suino, bovino o tacchino, ha sconvolto l'intera Unione Europea. Ne è conseguita un'ampia inchiesta al riguardo e per la prima volta si è parlato delle gravi conseguenze che il consumo di carne equina potrebbe provocare alla salute umana per la presenza, nell'organismo dei cavalli non DPA, di farmaci nocivi all'uomo e a volte persino di dopanti.

I furbi, o malviventi che dir si voglia, riescono a raggirare la legislazione in materia a causa di un'anagrafe equina quasi inesistente, o comunque malfunzionante; è difficile persino sapere quanti cavalli siano effettivamente presenti sul territorio. Altrimenti gli allevamenti dovrebbero essere pieni di cavalli anziani, piuttosto che di giovani e promettenti puledri.

E a farne le spese è la salute dei consumatori. E dei cavalli.


   

di Arianna Baccani
redazione@viverecivitanova.it







Questo è un articolo pubblicato il 29-11-2014 alle 13:26 sul giornale del 01 dicembre 2014 - 7624 letture

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