Porto S.Elpidio: incontro tra balneari, Favia (Centro Democratico) in prima linea per il loro futuro

Presenti l’on. Bruno Tabacci, cofondatore di “Centro Democratico” terza forza della coalizione di centro sinistra e l’on. David Favia del “Centro Democratico” che fino a ieri in Parlamento ha combattuto una aspra battaglia in difesa delle oltre trentamila aziende e dei trecentomila lavoratori che appunto operano lungo le nostre coste e che rischiano seriamente di vedersi sfilare il lavoro dalle multinazionali.
Da parte loro, sia Riccardo Borgo, presidente nazionale SIB – Confcommercio che Enzo Monachesi, presidente regionale SIB delle Marche, hanno sottolineato lo stato di grave incertezza che sta condizionando il settore e che rischia di spazzar via anni e anni di sacrifici e di investimenti da parte delle imprese balneari del Paese e dell’indotto.
E’ stata evidenziata la necessità di agire concretamente per salvare le 30 mila imprese italiane da una fine certa, sollecitando contestualmente alla Commissione europea la non applicabilità della direttiva Bolkestein e quindi la letale tagliola delle scadenze.
L’on. Tabacci si è impegnato a ridiscutere in sede europea la direttiva Bolkestein, precisando le caratteristiche peculiari del settore delle imprese balneari nel contesto italiano, prevalentemente votate alla tutela del territorio.
A Bruxelles – ha detto al riguardo Favìa - dobbiamo chiedere di fare ciò che è stato fatto per gli ambulanti, i notai, i concessionari, le acque minerali e i distributori di carburante. Perché le imprese balneari, realtà sana della nostra imprenditoria, devono subire un trattamento diverso?". Lo stesso Favìa ha poi aggiunto: “rinviando la presentazione di una nuova legge e rimandando a principi generici che condanneranno a morte le nostre imprese, disattendendo peraltro l'impegno assunto in Parlamento attraverso due mozioni, Monti si carica di una gravissima responsabilità. Il Governo vada a Bruxelles a difendere i diritti di queste imprese, di questa realtà italiana sana e unica in Europa, evitando di svendere le nostre spiagge, nella migliore delle ipotesi alle multinazionali straniere, nella peggiore alla criminalità organizzata".
Da ultimo Favìa ha sostenuto che: “Il modello legislativo cui si deve guardare è quello spagnolo, che proroga le concessioni per 75 anni per ragioni di tutela ambientale e salvaguardia del patrimonio immobiliare e imprenditoriale e che ha avuto un commento positivo in sede europea. Il governo italiano deve ragionare in questa prospettiva, anche in una logica di pari trattamento con gli altri paesi europei, e deve pertanto elaborare una normativa che, d’accordo con l’Europa, dichiari la direttiva servizi non applicabile al settore dei balneari”.

Questo è un comunicato stampa pubblicato il 09-02-2013 alle 17:31 sul giornale del 11 febbraio 2013 - 689 letture
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