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Acu Marche: l'ambiente e il diritto alla salute non possono essere posposte al lavoro


L’Acu Marche ha scelto Jesi per illustrare la vittoria conseguita contro l’impianto a biomasse di Montegranaro per dire che le battaglie intraprese a favore del diritto delle persone all’equilibrio psico-fisico ed a vivere in un ambiente salubre e sano non può essere ristretto da confini ma deve avere una visione più ampia e coordinata.
Per questo Carlo Cardarelli, Presidente dell’Associazione Consumatori Utenti, e Marco Gambini Rossano, Presidente del Comitato Tutela della Salute della Vallesina, spiegano che il ruolo dell’Acu è appunto quello di coordinare i singoli cittadini ed i comitati, che mantengono ognuno la sua autonomia, agevolandone l’attività supportandoli con le esperienze, le documentazioni ed i risultati già raccolti “in modo da non dover cominciare ogni battaglia da zero, ma avvalendosi degli sforzi già fatti da altri”.
“La classe politica è assente sulla tutela del diritto alla salute. Lo antepongono a quello al lavoro ignorando che in un territorio ed in un ambiente malsano non è possibile attrarre investimenti, che l’inquinamento di oggi produce un aumento di malattie che costituiscono costi sempre più alti per la società e per i cittadini che sempre più si troveranno ad affrontarli da soli, visto che con la crisi i tagli colpiscono anche la sanità. Anche Coltrinari, Segretario provinciale dell’Idv, partito del quale faccio parte, all’ultimo coordinamento avrebbe dichiarato che l’Idv, prima contraria al rigassificatore avrebbe cambiato idea perché preferisce dare la priorità al lavoro che all’ambiente. Scelta legittima la sua, ma ne dovrà rendere conto di fornte ai cittadini ed agli elettori” ha dichiarato Cardarelli. “il 23 novembre l’Ato 2 ha presentato lo stato della qualità dell’acqua nella regione. Ebbene ci sono corsi d’acqua che in più zone della regione hanno perso completamente l’idoneità alla vita dei pesci. Come è possibile continuare a operare così?”, si domanda.
Anche due degli avvocati dell’Acu sono presenti a testimoniare il lavoro dell’Associazione a favore degli utenti, consumatori e cittadini: Emanuela Merli e Andrea Rosati portano l’attenzione ovviamente sull’aspetto legale degli interventi che spesso nelle battaglie per l’ambiente occorre tenere in considerazione. “L’azione dell’Acu da un lato favorisce ed è propedeutica all’azione collettiva, la nuova class action, e dall’altro è fondamentale per dare una maggore incisività sia in ambito politico che giudiziario, perché sappiamo che altrimenti i comitati vengono spesso ignorati nella loro azione e nelle loro richieste anche dalle amministrazioni pubbliche. Senza contare che spesso ricorrere ad un legale in proprio è una spesa eccessiva per il singolo, ma anche per un gruppo organizzato in un comitato”.
E’ testimone di questo aspetto proprio Susanna Sabatelli, del “Comitato Montegranaro in Salute”, che racconta come “l’Acu sia stata fondamentale a Montegranaro, dove si è fatta carico da sola della difesa del diritto alla salute battendosi contro la realizzazione di una centrale a biomasse di 1 Mw che stava per essere realizzata all’interno di un centro benessere, nel centro abitato. Le perizie che noi singoli cittadini riuniti in comitato ci siamo dovuti pagare da soli avevano dato risultati inquietanti con il probabile aumento di una serie di malattie che andavano dalle allergie ai tumori, fino anche a consigliare di non consumare prodotti alimentari vegetali ed animali prodotti sul posto. Il Comitato ha cominciato informando la cittadinanza di questo, ma poi siamo stati lasciati soli ad affrontare la battaglia. Abbiamo presentato due ricorsi al Tar ed uno al Consiglio di Stato, per chiedere una sospensiva, tramite avvocati ancora una volta pagati di tasca nostra, ma senza ottenere risultati. Finché abbiamo chiesto aiuto all’Acu il cui ufficio legale ha rilevato irregolarità nell’iter e nella documentazione autorizzatoria ed abbiamo saputo pochi giorni fa del blitz dell’autorità giudiziaria fermana nella Provincia di Fermo per l’acquisizione degli atti”.
Marco Gambini Rossano riporta la discussione su Jesi e la Vallesina per preannunciare le prossime azioni che saranno rivolte principalmente al rigassificatore e alla lotta alle polveri sottili, su cui pende un esposto alla Procura della Repubblica. In particolare su queste ultime Gambini Rossano denuncia come “le soluzioni politiche intraprese siano insoddisfacenti e siano solo palliativi che non risolvono il problema ma creano molti disagi ai cittadini, messe in campo solo per far vedere all’Unione Europea, che ha sanzionato la Regione per l’inquinamento da polveri sottili, che si sta intervenendo”.
“Segnalo inoltre – continua Gambini Rossano – la gravità della mancanza di un registro tumori nelle Marche, nonostante i Sindaci abbiano indicazioni dell’aumento dell’incidenza di queste malattie, e del tentativo di nascondere il problema con la riduzione delle centraline che rilevano le polveri sottili”.
Sempre a Jesi è ancora pendente un "importantissimo ricorso al TAR contro la precedente proposta di riconversione Sadam e continua inoltre un'analisi dei documenti e della situazione sulla Turbogas di Jesi, anche per chiarire le modalità di accesso ai contributi pubblici (CIP6) relativi agli anni di funzionamento dell’impianto".
"In una situazione in cui sempre più spesso questi ultimi sono costretti a pagare di tasca propria per errori più o meno consapevoli portati avanti da esponenti della politica dei partiti, è giunto il momento che i responsabili siano chiamati a pagare di tasca propria" si conclude una nota dell'Acu.

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